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 Dopo la tragedia di Genova si discute di sicurezza e controlli, di chi ha fatto o avrebbe dovuto fare qualcosa per evitare ciò che è accaduto. Guardando in casa nostra, dove per fortuna non ci sono state tragedie, si può dire che chi dovrebbe fare manutenzione ormai da anni non ha i soldi per farlo.**La Provincia di Reggio è responsabile della manutenzione di mille chilometri di strade e di 630 fra ponti e viadotti, ma negli ultimi anni non ha avuto le risorse necessarie per svolgere davvero questo compito, pianificando gli interventi ed eseguendoli con costanza, e si è dovuta limitare a gestire le emergenze che via via si presentavano. Più di 110 milioni di euro di tagli in 5 anni non consentivano di fare diversamente.Questa situazione è sotto gli occhi di tutti i reggiani, che toccano con mano ogni giorno le condizioni precarie delle strade e il progressivo deterioramento di molte infrastrutture. Ma se a dire questa semplice verità è un dirigente di vecchio corso dell’amministrazione provinciale come l’ingegner Valerio Bussei, allora forse è necessario un supplemento di riflessione. Probabilmente, fino a qualche giorno fa, prima del crollo del ponte Morandi a Genova, pochi sapevano che una quarantina di dipendenti della Provincia fra tecnici, sorveglianti e operai percorrono le nostre strade e segnalano all’ufficio tecnico problemi e situazioni da approfondire.
Un lavoro oscuro ma prezioso. Solo che in questi anni le Province sono state incessantemente descritte da tutte le forze politiche o quasi come enti inutili. Le loro organizzazioni sono state semi-smantellate. Alcune competenze, come quelle sull’edilizia scolastica e appunto sulle strade, sono state lasciate in capo alle Province, privandole però delle risorse necessarie ad esercitarle.
Un grande pasticcio. Dopo che il fallimento del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, ormai un anno e mezzo fa, ha mandato a monte l’abolizione delle province, sarebbe tempo di imparare dagli errori e correre ai ripari.