FINALE - MARITO MAROCCHINO VIOLENTO ARRESTATO
Pubblicato il 17 apr, 2018
Una giornata intera di percosse, offese ed infine le ferite con un portacenere di vetro. Un massacro che avrebbe potuto degenerare se la vittima, una donna di 27 anni, non fosse riuscita prima a proteggersi (per quel che si può in questi casi) per poi fuggire e chiedere l’aiuto dei carabinieri. È finito così in carcere, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, un barista magrebino di 44 anni, che per 24 ore aveva inferito - e non era la prima volta - sulla convivente. Ma stavolta ci ha pensato l’Arma, intervenuta con due pattuglie, a bloccare la furia dell’uomo, fermato su disposizione del pubblico ministero Giuseppe Amara.
Tutto è iniziato sabato quando il compagno violento, in evidenti condizioni di ubriachezza, ha iniziato ad infierire sulla vittima, anche lei barista ai “Laghetti” di via Albero a Massa. Botte e offese fino a quando la donna non riesce a fuggire per la prima volta. Ma un po’ per paura - racconterà successivamente agli operatori sanitari che la soccorreranno - e un po’ per dignità si convince a tornare a casa nel tentativo di sistemare quel conflitto. Spera che con il passare della sbornia tutto si sistemi e ingenuamente fa rientro nell’abitazione di Massa. Ma la furia del magrebino riparte impetuosa, stavolta afferra anche un’arma impropria qual è il posacenere, lo rompe e mira al collo.Se non fosse per la prontezza di riflessi della 27enne, che per difendersi porta le mani alla gola, la situazione sarebbe ben più drammatica, almeno per le ferite fisiche. Perché la ragazza se la caverà con 15 giorni di prognosi per le contusioni su parte del corpo e alle mani.